top of page
01_Bannerji.jpg

MUSEI ETNOGRAFICI DEGLI SLOVENI IN ITALIA

PROGETTO ETNONET.EU

RETE DI MUSEI E COLLEZIONI

Etnonet.eu è una rete di musei etnografici sugli sloveni in Italia. Dislocati sul territorio dalle Alpi all'Adriatico, conservano oggetti, fotografie e storie

del passato.

RETE
DI PAROLE

Durante il lavoro sul campo, i partecipanti ai Laboratori di ricerca studenteschi hanno registrato e studiato anche le espressioni dialettali. Durante la redazione del materiale d'archivio, sono state redatte in vocabolari in base ai luoghi in cui sono state annotate.

RETE DI IMMAGINI

Durante i Laboratori di ricerca studenteschi è stata creata una ricca fototeca sul lavoro svolto e sulla socialità dei giovani partecipanti. Per il portale Etnonet sono state redatte delle gallerie con il materiale,  ordinato per luogo di provenienza.

RETE DI STORIE

Nell'ambito del progetto è stato creato il libro Glih po dueberduobško. Contiene alcuni racconti di Doberdob, che pubblichiamo con testo e audio.

Il portale Etnonet

Il portale Etnonet nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio etnologico degli sloveni in Italia.  Oltre alla presentazione dei luoghi da visitare, sono stati caricati online anche altri materiali come immagini, vocabolari e registrazioni che rimangono a disposizione in qualsiasi momento.

Etnonet è concepito come una mappa su cui scoprire vari aspetti del modo di vivere degli sloveni in Italia.

RETE DEI MUSEI

Clients

MAPPA DELLA RETE DEI MUSEI

RETE DI PICCOLI MUSEI

RETE DI STORIE

Nell'ambito del progetto è stato creato il libro Glih po dueberduobško sulla cultura orale di Doberdò. Qui riportiamo alcuni racconti in forma scritta e anche in quella raccontata nel dialetto del paese, grazie alle registrazioni audio.

Molto tempo fa tra i monti Debeli vrh e Podreber si trovava un piccolo paesino. Lo chiamavano Doberdò. Gli abitanti di Doberdò erano gente allegra e si prendevano gioco di tutto. Arrivato carnevale, cominciò la festa. I paesani si erano mascherati, ballavano, facevano frittata con le salsicce e ovviamente bevevano tanto buon vino. Il martedì grasso venne in paese un vecchio che
nessuno conosceva. Sotto l’ascella portava una botte e disse: “Finitela con questo bere e festeggiare, ben presto arriverà la quaresima, periodo in cui ci ricordiamo della sofferenza di Cristo. Guardate, sotto l’ascella ho una
botte piena d’acqua. Se a mezzanotte la festa non sarà finita, allora vuoterò la botte,” disse loro per avvisarli. Tutti risero e si presero gioco di lui. Alcuni, invece, si domandarono se quest’uomo stesse dicendo la verità e nel dubbio preferirono far fagotto con le loro cose per salire verso la Rondolina. Al rintocco della mezzanotte la festa non era ancora finita. Il vecchio tenne fede al suo
impegno togliendo il tappo dalla botte. L’acqua cominciò a scorrere senza fermarsi, finché non coprì tutto il paese assieme ai paesani. È così che è nato il lago ed è così che tuttora esiste. Quelli che si salvarono, costruirono in cima alla Rondolina un paese nuovo con lo stesso nome. Dicono che ancora oggi, se durante la quaresima si passa vicino al lago al mattino presto, prima che sorga il sole, si possono sentire i galli cantare e le campane suonare.

bottom of page